È successo che, dopo Toro-Parma, ho scritto un articolo decisamente critico nei confronti del presidente e di questo progetto societario (puoi leggerlo qui).
Inizialmente, di comune accordo con la socia, l’ho diffuso soltanto nelle pagine Facebook considerate “amiche”, ovvero dove il nostro pensiero è spesso appoggiato oppure dibattuto con il massimo della civiltà.
Il primo giorno, in particolare, abbiamo evitato di postarlo su una pagina che ha molti iscritti (quasi 40.000) in cui, da anni, la filosofia è quella di difendere l’operato di Urby anche quando è indifendibile. Uno di quei gruppi che, per intenderci, ha ancora le vecchie sembianze di Facebook -ad esempio nel titolo c’è una roba obsoleta del tipo “chissà quanti siamo”.
Evitare questo ambiente, comunque, non è stata una scelta dettata dal timore, bensì dalla civiltà: perché mettersi nella condizione di litigare di sicuro quando per natura preferiamo non farlo?
Il giorno seguente, però, succede che un sedicente Cairoboy pubblica su quella pagina un post in cui parla palesemente del mio articolo, cercando di smontarlo pezzo per pezzo ma senza citarne la fonte. Una contro-critica alquanto singolare: vi dico che non sono d’accordo con un pensiero che, guarda caso, è stato molto condiviso… ma mi risparmio l’eleganza di farvelo leggere.
Roba che se qualcuno scrivesse un saggio sulla caduta di stile, vi racconterebbe questa storia già in quarta di copertina.
Lecitamente infastidito, ho rotto il silenzio postando l’articolo proprio su quella pagina e taggando lo pseudo critico. “Scommetto che ti riferisci a questo”, l’ho incalzato.
Il gaglioffo, colto con le mani nel sacco, ha fatto outing e ha ammesso. Tuttavia è subito partito un dibattito assolutamente pacifico, anche con chi è intervenuto, dove i toni non facevano risuonare nessun campanello d’allarme in merito a insulti e/o confronti duri. Solo qualche leggera provocazione, o meglio un normalissimo rimbalzo di commenti, per capirci. E siamo andati avanti così per qualche ora.
Ma all’improvviso accade qualcosa che gli amministratori della pagina non avevano messo in conto: diversi tifosi intervengono per difendermi e per dichiararsi d’accordo con l’articolo.
È un attimo. Un fugace istante. Un battito di ciglia e… PUF. Il mio post scompare.
Cancellato. Invisibile. Affondato.
Mayday, mayday.
Siccome è venuto fuori che qualcuno è d’accordo col dissidente, è meglio spazzare via tutto.
Su quella pagina, tra l’altro, non è la prima volta che succede. Anni fa, quando collaboravo con TuttoGranata e con TorcidaGranata, la censura si verificava sovente ai danni di chi criticava Cairo.
È successo anche quando ho pubblicato il sondaggio per far scegliere ai tifosi il nome di questo network. Abbiamo proposto tre idee (le altre due erano Seconda Pelle e La Numero 12) ma La Buca di Maspero ha vinto con oltre il 90% delle preferenze. Nei commenti era specificato chiaramente che si sarebbe trattato di un blog e non di una pagina social concorrente, ma nonostante ciò il sondaggio è scomparso dopo poche ore.
Mi accusano di intolleranza, poiché nell’articolo incriminato ho dato del coglione ad un tifoso che faceva l’elogio del presidente (pur omettendo il suo nome e rispettando tutte le policy). Eppure a me sembra che lo scorretto desiderio di giudicare le idee provenga da un’altra campana.
Ciò che i nostri lettori devono sapere è che non siamo e non saremo mai complici della censura. È qualcosa con cui non andiamo d’accordo. Non ci somiglia, non ci appartiene. Noi non siamo come quelli lì.
Su questo blog c’è la possibilità di commentare gli articoli, per chi vuole farlo in pubblico, e c’è un indirizzo email scritto grosso così per chi vuole farlo in privato.
Non amiamo il silenzio in generale, quindi figuriamoci se possiamo sopportare quello imposto con prepotenza.
Se la pensi diversamente da loro, sappi che questa sarà sempre casa tua.
FVCG
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Da poco ho cominciato a leggervi. Devo dire che sono molto contento di averlo fatto. Avete un ottimo stile e toni garbati nel porre le questioni, mai fuori dalla righe. Soprattutto portate avanti la battaglia che molti di noi, magari in maniera a volte meno visibile, attuano nei confronti di questa dittatura ormai incancrenitasi da 14 anni nei confronti dei colori granata.
Grazie di cuore Gianfranco, sei il benvenuto.
FVCG